Stavolta la Maratona, la regina delle gare, il sogno di tutti i runners, ce l'avevamo a pochi chilometri da casa, a Roma per l'esattezza, nella sua XXIV edizione. E se per molti questo sogno si può avverare e si avvera, per altri, come il sottoscritto, resta una "mission impossible"; tuttavia, pur di esserci, avevo dato la mia disponibilità per dare una mano, qualora fosse servito, negli ultimi chilometri.
Ma andiamo per ordine. Intorno alle 7 di domenica mattina molti di noi, sia gareggianti che supporter PR, sono già "sul pezzo" e gironzolano nei dintorni del Colosseo dove, tra un saluto e l'altro, sono in attesa di ricongiungersi con gli altri compagni di squadra; oltre ad Antonio e Debora siamo con il Presidentissimo e Consorte e con Alessia: nonno e nipotina in doppia veste di sostenitori e partecipanti alla "Stracittadina".
Grande emozione un po' per tutti, si sa la Maratona è sempre la Maratona, ma sicuramente un comprensibile brivido in più per gli esordienti su questa distanza Simona C., Gianluca C., Massimo e Piermaria; quando l'ora del via si avvicina, un saluto e un "in bocca al lupo" e gli atleti si avviano verso la zona di partenza.
Con molta fatica, dopo un percorso lunghissimo (tutta la zona è completamente transennata) raggiungo Piazza Venezia e mi ricongiungo con Linda, Simona R., Stefania e Matteo B. quest'ultimo armato di macchina fotografica, per vedere ed incitare i nostri subito dopo la partenza.
Non è facile individuarli in mezzo a tutti ma in qualche maniera ci riusciamo e quando i nostri magnifici 10 passano, immersi nelle rispettive onde di partenza, urliamo, li chiamiamo, li incitiamo, vogliamo fargli percepire che ci siamo, che siamo con loro. Loro ci sentono, si girano, sorridono ed alzano il braccio per salutarci: anche per noi è un'emozione grandissima.
Transitato anche il grande Giorgio Calcaterra che è voluto, una volta tanto, partire per ultimo, l'enorme flusso dei maratoneti va scemando e a noi non resta che andare a vedere e sostenere i nostri colori in altre zone del percorso.
Io in particolare, come promesso alla vigilia, mi dirigo verso il 30° km., zona Flaminio, nell'attesa di poter vedere le nostre canotte nere "Corri col cuore". Quando arrivo non è ancora transitato nessuno, allora scruto in lontananza, in fondo al rettilineo del 30°, per verificare se c'è un po' di movimento; dopo poco arrivano le prime moto, è il segnale che ci siamo. Arriva il battistrada, a breve distanza il primo inseguitore e, a seguire, gli altri. Almeno tra i primi 20, sai che novità, non scorgo alcun atleta con pelle di colore chiaro.
Poi piano piano arrivano un po' tutti, chi alla spicciolata, chi in gruppi più consistenti, ed allora devo aguzzare gli occhi per non farmi sfuggire i nostri. Ecco il primo: grande Gianluca Cetorelli, sta bagnando alla grande il suo esordio compiendo una prova davvero superlativa; lo chiamo lo incito, lui mi vede, sorride e mi saluta.
Sarà la stessa scena anche per tutti gli altri nostri PR: mi emoziono quando passa Jacopo, lo vedo in grande forma e, poco dopo, un superbo Marco ormai salito a rango di top runner, un magnifico Simone sempre su livelli eccelsi in questo tipo di gare, un eccellente e incredibile Piermaria, autore, come Gianluca, di un esordio andato oltre le più rosse aspettative; poi il sempreverde e sempre presente Arcangelo, veterano certificato di queste gare, seguito da un Mario sempre più motivato e competitivo, proiettato ormai verso obiettivi non alla portata dei comuni mortali.
Passa ancora qualche minuto ed arriva uno splendido, esemplare e al tempo stesso caparbio, Massimo, vincitore di una grande scommessa con se stesso e autore di una prova sopra le righe, accompagnato da Antonio.
E qui permettetemi un doveroso inchino per il nostro Presidente che, pur essendo accreditato per la prima griglia di partenza, ha preferito partire più indietro, accompagnando e consigliando lungo il percorso gli esordienti Simona e Massimo: un gesto di grande altruismo che qualifica, qualora ve ne fosse ancora bisogno, oltre che un grande atleta, anche un grande Uomo.
Antonio mi vede, si accosta alla mia postazione e mi chiede di affiancare Simona che passerà di lì a poco; fedele all'ordine di scuderia, eseguo: ecco Simona, arriva, mi sorride come si sorride quando si vede un volto conosciuto in mezzo a migliaia di sconosciuti ed io la affianco. Percorreremo insieme gli ultimi 12 km. del percorso, anche se io sono fresco, mentre Simona ha già sul groppone ben 30 km..
Da questo momento si apre per me un'altra pagina perchè, sebbene io sia un intruso o, se vi piace di più, un portoghese, mi piace respirare quell'atmosfera dentro la gara e provare in qualche maniera le sensazioni che anche i partecipanti ufficiali hanno sicuramente provato.
Un paio di chilometri per le strade del Quartiere Flaminio e poi giù lungo il Lungotevere Flaminio, dal km. 32 fino al km. 36 circa; già in questi tratti ci sono tante persone che applaudono, che incitano i partecipanti, persone che battono addirittura coperchi di pentole, altre con cartelli con su scritto "Daje", altre con fischietti che si sporgono dalle transenne o che battono semplicemente le mani: insomma persone qualsiasi, italiane e straniere, che stanno lì a fare tifo e ad incoraggiare altre persone che neanche conoscono; addirittura alcune riescono anche leggere il nome scritto sul pettorale e percepisco distintamente più di una volta "Forza Simona": bellissimo! E poi di tanto in tanto un'orchestrina, un tizio che suona il sassofono, più avanti uno con la pianola o quattro-cinque ragazzi in Piazza di Spagna che improvvisano balletti sopra un palco. Tutto all'insegna dell'allegria e della spensieratezza ed il tutto condito da una splendida e calda giornata di sole, cosa quest'ultima in verità non troppo favorevole agli atleti.
Man mano che ci si avvicina nelle zone del centro aumenta il numero di spettatori e con esso lo spettacolo bellissimo che solo Roma sa offrire con le sue bellezze: particolarmente emozionante l'entrata in Piazza Navona, per non parlare poi del passaggio in Piazza Venezia; si percorre tutta Via del Corso tra due ali di folla, fino in fondo, e poi superiamo il Km. 39 e facciamo il giro di Piazza del Popolo; da qui si imbocca Via del Babbuino fino ad arrivare in una Piazza di Spagna gremitissima: oltre le transenne non si riescono a vedere neanche i sanpietrini per quanta gente c'è, alzi lo sguardo verso la Scalinata di Trinità dei Monti e ti sembra di vedere una tribuna allo Stadio.
Ma noi procediamo sempre e finalmente scorgiamo il segnale che indica il 41° chilometro: siamo in fondo, sul viso di Simona la smorfia testimone della fatica fin qui sostenuta viene sostituita da due lacrime di gioia e di liberazione; ora si è liberata proprio di un peso e procede in maniera veloce e spedita, proprio come se fosse partita in quel momento.
Ci buttiamo sulla discesa di Via Quattro Novembre, curva a destra, curva a sinistra e piombiamo su Piazza Venezia, ora siamo veramente in vista del traguardo.
Ma qui il sottoscritto ha l'impressione di cambiare sport, passando dal running al rugby: e sì, perché due prestanti individui del servizio d'ordine eseguono un placcaggio perfetto, degno del miglior Castrogiovanni, e mi invitano, giustamente, ad uscire dal percorso.
Un po' mi dispiace perché avrei desiderato vedere l'arrivo di Simona, ma in fondo è giusto così, la mia parte di percorso me la sono goduta e mi accontento di aver vissuto una giornata con sensazioni speciali.
Sandro
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