Se l'intenzione è quella di coniugare natura e sport, allora è inevitabile pensare alla campestre Oasi di Ninfa, gara che si svolge in una location spettacolare, unica nel suo genere: il percorso è, infatti all'interno del parco che circonda uno dei giardini più belli del mondo, dichiarato addirittura monumento naturale, con la splendida Sermoneta che si distende su un costone poco più in alto e ti guarda da lassù, mettendoti quasi soggezione.
Quest'anno va in onda la XVI edizione ed il tracciato proposto è quello tradizionale che si svolge su un giro da ripetere due volte, che non presenta difficoltà dal punto di vista altimetrico, essendo il circuito praticamente piatto; tuttavia le insidie arrivano dal terreno il cui fondo non è proprio un tappetino autostradale: in verità, trattandosi di una campestre, c'è anche da aspettarselo che in alcuni tratti sia inevitabilmente sconnesso, e che presenti buche, avvallamenti e irregolarità varie.
Tuttavia, quest'anno, la situazione si presenta un po' più critica in quanto in mattinata è piovuto copiosamente e, sebbene il sole cominci a fare capolino tra le nuvole ancora residue, il fondo in alcuni tratti è decisamente pesante ed il fango non fa troppi complimenti nell'attaccarsi alle scarpe.
Ma pensate che ciò possa impensierire gli 11 della P.R. iscritti a questa competizione? Neanche per sogno; e allora, arrivati alla spicciolata con mezzi propri, dopo la rituale foto di gruppo, tutti a fare riscaldamento, in attesa della partenza.
Al momento del via, il sole ha decisamente preso il sopravvento sulle nuvole e la temperatura, così come purtroppo l'umidità, è decisamente salita. I concorrenti oltrepassano l'arco della partenza e si snocciolano lungo il percorso che alterna zone aperte e completamente soleggiate ad altre più in ombra sotto gli alberi; di fatto bisogna stare molto attenti a dove, e come, si mettono i piedi per evitare di incorrere in fastidiose distorsioni, tanto più che la larghezza del tracciato, in alcuni punti, è assimilabile a poco più di un sentiero e non consente grosse correzioni in corsa.
In ogni caso l'ambiente circostante è unico e straordinario dal punto di vista naturalistico e bilancia tutte le altre criticità; e poi ci sono i nostri accompagnatori, splendidi come sempre, mamme, sorelle, figli, parenti che, sia al primo transito che in prossimità dell'arrivo, incitano a gran voce ogni passaggio di una canotta P.R.: loro sono il vero valore aggiunto della nostra Associazione.
Tutti gli 11 tagliano regolarmente il traguardo coprendo i canonici 8,5 km. del percorso; ma è proprio qui che arrivano le grandi soddisfazioni, leggendo quei fogli formato A4 che vengono esposti dalla giuria alla fine di ogni gara ed intorno ai quali tutti si accalcano: udite, udite, la P.R. si accaparra ben due primi posti di categoria, con un immenso, inimitabile Giuseppe Casale (45'24") e con un fantastico Gabriele Frabotta (31'00"), due terzi posti con un magnifico Antonio Casale (30'07", miglior tempo dei nostri) ed un lanciatissimo Gianluca Cetorelli (30'19") ed un quinto posto con un entusiasmante Simone Tomassi (35'44").
Tuttavia anche gli altri piazzamenti sono di tutto rispetto con i 38'42" di Sandro Faraglia, i 39'55" di Arcangelo Rampini, i 42'38" di Massimo Sbardella, i 42'47" di Mario Ferracci, i 43'09" di Stefano Sebastianelli, i 43'46" di Tonino Piras.
È il momento delle premiazioni: si comincia dalle atlete e subito dopo si passa ai maschietti e qui la P.R. si appropria praticamente del podio, occupandolo stabilmente: e così a turno salgono Giuseppe, Antonio, Gabriele mascherato da Gianluca, Gabriele che interpreta se stesso e Antonio mascherato da Simone.
Insomma una gran festa e davvero un figurone per la Palestrina Running "asso pigliatutto".
Sandro
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